Ha vinto il partito Mpla e il suo capolista, l'attuale presidente Josè Eduardo Dos Santos, con il 72,8 % delle preferenze, dati delle 12.00 del 2 settembre.
Segue l'avversario di sempre, l'Unita, con il suo capolista, Jonas Savimbi, che ha ottenuto il 18 % dei voti. In terza posizione arriva una nuova formazione nata da una costola dell'Unita, Casa-ce, con Abel Chivukuvuku, che ha ottenuto un totalmente inaspettato, 5,6 %.
E' indubbiamente una vittoria, ma andando ad analizzare i dati qualche segnale di stanchezza emerge. L'Mpla ha perso in 4 anni il 10% delle preferenze, nel 2008 aveva ottenuto l'82% dei voti. L'Unita ne ha acquistati quasi altrettanti, l'8% in più, forse i delusi dell'Mpla?
Ma non è tutto. A Luanda, la capitale baciata dalle grandi opere infrastrutturali messe in piedi dal governo e fra le altre cose inaugurate proprio qualche giorno prima delle elezioni, in concomitanza con il 70simo compleanno del Presidente, l'Mpla ha ottenuto uno striminzito 58% di preferenze, mentre l'Unita ha raggiunto il 25% e Casa-ce addirittura il 13%.
Quel 58% per una città che fino a ieri, e ancora oggi a dire il vero, è tappezzata di immagini del presidente, è invasa di gabbiotti dell'Mpla, è martellata da radio, televisioni e giornali che parlano solo delle opere del primo cittadino, lascia pensare che tanti sforzi non sono bastati a convincere la vasta maggioranza degli abitanti di Luanda.
Solo per fare qualche esempio sono di questi ultimi mesi la costruzione della nuova Assemblea Nazionale, un fantasmagorico palazzo sovrastato da una enorme cupola che ricalca a dimensioni reali la Basilica di San Pietro a Roma;
un lungomare di 3,2 chilometri costruito in 30 mesi con la realizzazione di cinque ponti, due strade a quattro corsie, parcheggi, campi da calcio, piste di pattinaggio, aiuole, sistema idrico di spurgo dell'acqua che scende dalla collina verso il mare, utilizzo di 3000 palme importate dalla California;
la risistemazione del sistema viario della Hilia di Luanda.
Grandi opere che hanno davvero cambiato la faccia di questa città, ora più vivibile, più accogliente e accettabile. Grandi opere di cui godono probabilmente gli stessi che comprano nel locale rivenditore di Porche e Jaguar, case automobilistiche che vantano l'apertura nella capitale angolana di due enormi saloni.
Ma a cosa servono le palme a chi vive in baracche senz'acqua e senza luce, indossa indumenti bucati, ciabattine usate e fa niente se hanno fiocchi e strass anche se chi le usa è un giovanotto muscoloso?
Questa gente, quella che forse ha scelto di non votare per l'Mpla, credo abbia vergogna ad andare a passeggio su questa nuove e scintillante versione della città perché, per dirne una, la scia di odore che potrebbe lasciare non si armonizzerebbe con quella dei profumi delle signore che la percorrono.
Le scuole, chiuse da più di un mese, hanno aule affollate da una media di 50/70 alunni alla volta e ce ne sono che vanno nel tardo pomeriggio perché le si frequenta su tre turni non essendocene abbastanza.
A Sambizanga i meninos de rua sono così tanti che la Casa dei meninos di zona, tenuta da religiosi, ha chiesto al governo un incontro per far si che le famiglie si responsabilizzino. Le agenzie umanitarie e le ong di sviluppo lavorano sulla pianificazione familiare perché la sanità pubblica non ha spazio per accogliere tutte le donne in gravidanza e l'incidenza di parti a rischio e di complicazioni a cui fa seguito un alto tasso di mortalità infantile cresce invece di diminuire.
La famosa città satellite di Kilamba, finita agli onori delle cronache perchè ritenuta "fantasma", ora fantasma non lo è più, ma non ha contribuito a risolvere il problema abitativo di decine di migliaia di abitanti di Luanda che quelle case, messe in vendita per una cifra che vai dagli 80.000 ai 200.000 dollari non possono permettersi. Con lo stipendio base che non supera i 200 dollari nessuna Banca è disposta a rilasciare un mutuo. Così chi ha i soldi continua ad averli e chi non li ha resta dov'è malgrado tutte le inaugurazioni del partito del presidente.
Questo è quanto è avvenuto fino ad oggi, ma ora l'Mpla sembra aver capito che per star bene tutti occorre "distribuir melhor" e lo ha scritto a caratteri cubitali nei manifesti elettorali. Una cosa è certa, l'Mpla la pace è riuscita a mantenerla in questi dieci anni e questo forse è il vero motivo per cui la gente ancora ci crede, il ricordo della guerra brucia ancora e i ragazzi mutilati dalle mine non si contano su due mani a ogni passeggiata in città.
Ora non resta che mantenere le promesse: a crescer mais e a distribuir melhor!
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