Il Monumento a Neto nella piazza di Catete |
C'è un uomo in Angola su cui sono tutti d'accordo, sulla cui memoria non ci sono divisioni né odi atavici. Si chiama Agostinho Neto ed è considerato insindacabilmente l'eroe della nazione, il fondatore dell'Angola, nonché una delle figure più rappresentative fra quelle che hanno lottato per la liberazione dell'Africa da ogni colonialismo.
Neto è stato il primo presidente dell'Angola liberata dal dominio portoghese e lo è rimasto dal 1975 al 1979, quando è morto a causa di un cancro, ma quei 4 anni sono bastati a fare di lui un indimenticato e rimpianto eroe-poeta.
Padre fondatore dell'Mpla, il Movimento popolare di liberazione dell'Angola, scrisse alcuni saggi, ma sono soprattutto le sue poesie a essere ricordate in questi giorni dalle radio locali, quelle in cui scandiva le sue convinzioni in modo duro e diretto contro il potere coloniale e a favore di una riscoperta della cultura tradizionale angolana.
"Creare con occhi asciutti risate sopra lo sfregio della tortura / coraggio dalla punta degli stivali del colono / forza nei frantumi delle porte violate / fermezza nel sangue rosso del rischio / creare / creare con gli occhi asciutti (…)" scriveva.
Il 17 settembre si festeggerà il suo 90' anniversario. Il programma delle festività è lungo e comprende diverse manifestazioni culturali e sportive, che vanno dalle cosiddette "maratone" nei quartieri, durante le quali si mangia, si canta e si balla fino a notte fonda, a sfilate carnevalesche, a gare di ciclismo, da Luanda a Catete, cittadine da cui proviene l'eroe.
In concomitanza con questo anniversario la Fondazione Antonio Agostinho Neto ha anche lanciato una completa opera sulla storia recente dell'Angola dal titolo "Agostinho Neto e la liberazione dell'Angola, 1949-1974" frutto di ricerche e studi svolti soprattutto su documenti originali e mai usciti prima dagli archivi della PIDE-DGS (Polizia Internazionale di Difesa dello Stato), la famigerata polizia politica del regime portoghese di Salazar poi diventata Direzione Generale della Sicurezza con la morte del dittatore portoghese, che fra le altre attività di spionaggio e repressione tipiche di un regime, controllava anche i movimenti indipendentisti in Angola e Mozambico. Il volume ha dunque tutte le premesse per essere una lettura di un certo interesse per chiunque voglia sapere come è andata davvero la guerra di liberazione dell'Angola dal Portogallo.
Parabens Agostinho!
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