Copie del libro "Diamanti di Sangue" di Rafael Marques |
Torna alla ribalta in Angola il problema dei "diamanti di sangue". A risollevarlo era stato nei giorni scorsi la notizia del rinvio del processo a carico di Rafael Marquez, giornalista angolano, colpevole di aver condotto fra il 2009 e il 2011 un'inchiesta sull'industria angolana dei diamanti che ha portato alla luce, attraverso testimonianze dirette, centinaia di crimini e violazioni dei diritti umani da parte delle società che si occupano dell'estrazione dei diamanti, alcune delle quali di proprietà di alcune personalità dell'esercito angolano.
Il giornalista angolano Rafael Marques |
Il giornalista alla domanda se intenderà ripubblicare il libro uscito ormai quattro anni fa ha risposto "no, non intendo ripubblicarlo ma andrò avanti con il mio lavoro di denuncia delle violazioni dei diritti umani".
I crimini legati all'estrazione dei diamanti sono riportati nel libro di Rafael Marques "Diamanti di sangue: corruzione e tortura in Angola" pubblicato in Portogallo nel 2011. L'opera è stata messa a disposizione del pubblico, gratuitamente su internet, lo scorso 24 Marzo dalla stessa responsabile della Casa editrice che lo ha pubblicato, Barbara Bulhosa, a capo delle edizioni Tinta da China. L'editrice ha scelto di farlo nel giorno in cui iniziava il processo a Rafael Marques in Angola "per appoggiarlo nella sua lotta", si legge in una nota diffusa dall'editrice.
Sia Marquez che la Bulhosa erano già stati portati in Tribunale, a Lisbona, con l'accusa di diffamazione avanzata dalla Società Mineraria di Cuango Ltda e da una società che si occupa della sicurezza delle miniere, la Teleservice.
Nel febbraio del 2013 il Processo in Portogallo si è concluso con una vittoria dei due. Il PM portoghese ha concluso che "la pubblicazione del libro rientra in un legittimo esercizio di un fondamentale diritto, costituzionalmente protetto, quello della libertà di informazione e di espressione".
Quello di oggi è un accordo "extragiudiziale" fra le parti in causa in base al quale il giornalista ritira le sue accuse ai 9 generali citati nel libro.