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martedì 4 novembre 2014

Angola: ebola sempre più vicina, un caso sospetto a Luanda



Sono ore di tensione e attesa a Luanda quelle che stanno passando da quando, sabato scorso 1' di Novembre, si è appreso da fonti ufficiali, che c’è un caso sospetto di ebola nella capitale.

Si tratta di una suora di origini angolane, da sette anni residente a Parigi, che negli ultimi giorni di ottobre si è recata a Brazaville, a Kinshasa, in Repubblica Democratica del Congo e da lì ha raggiunto la Cabinda, enclave angolana in Congo, via barca. 

La donna si è presentata venerdì scorso all’Ospedale Militare di Luanda con evidenti sintomi di malattia, in tutto simili a quelli provocati dall’Ebola e da allora è sotto controllo di una equipe medica equipaggiata per far fronte all’emergenza. 

La donna ha affermato di aver avuto un contatto con un sospetto malato di ebola durante il suo viaggio in Congo. Le sue analisi sono state mandate in Sud Africa e in questi giorni, in queste ore, si aspetta con ansia una risposta.

La società è preoccupata in generale e ancora di più lo sono gli stranieri che vivono a Luanda. La Scuola Internazionale di Luanda, la LIS, sta monitorando la situazione ed è in “contatto costante” - come ha affermato oggi il direttore della LIS, Antony Baron, in una lettera ai genitori - con l’Organizzazione Mondiale della Salute e con le maggiori compagnie petrolifere presenti nel Paese che finanziano la Scuola stessa, oltre che con il Ministero della Saluta locale e con l’ente che sta gestendo l’emergenza ebola in Angola.

Una cosa è certa, se il caso fosse confermato, la scuola e le aziende in cui lavorano espatriati e la nostra ambasciata stessa alzerebbero il livello di allarme e si potrebbe anche arrivare a una “evacuazione” degli espatriati.

C’è da augurarsi che questo non avvenga, che la donna abbia solo la malaria, che fra l'altro le è già stata diagnosticata, ma soprattutto, c’è da augurarsi che in futuro, personale come preti, suore, missionari, operatori di Ong, organizzazioni internazionali e aziende, medici e infermieri che vivono o lavorano in Paesi a rischio ebola, riducano, se non azzerino, la loro mobilità, per evitare che il virus si diffonda ancora più velocemente di come già non sta avvenendo. 

lunedì 7 aprile 2014

Dove, se non a Cape Town?



Città del Capo non è solo una città, è un evento meteorologico, una pellicola in movimento, un luogo attraversato da luci, nubi, correnti, profumi.

E' fatta di cielo, di mare e di terra. Colpisce prima ancora della vista l'olfatto. Arriva subito un odore di bagnato, alleggerito da una folata di brezza marina che sa di sale, apre le narici, per poi far chiudere il primo respiro sudafricano con una punta di muschio, di terra, di abeti e pini. 


Questa appartenenza di una città all'acqua e alla montagna ne fa un luogo privilegiato. Solo poche città al mondo, una fra queste Rio de Janeiro, hanno la capacità di integrarsi così tanto con la natura e con i fenomeni meteorologici. 

Aree urbanizzate dove pulsa l'afflato della foresta, il suono del vento, gli odori della natura, la brezza del mare. Dove finisce la città e inizia la campagna? 

La verticalità dei centri urbani qui si confonde e lo sguardo si perde fra le facciate dei palazzi e le pareti a picco della Table Montain o del Lion Head e di Signal Hill. 



I diversi, innumerevoli punti di osservazione che dominano sulla città danno il senso di una spazialità pittorica, immaginata, irreale e invece è lì, declinata in mille traiettorie a riempire lo sguardo, l'anima e ancora una volta le narici, giù fino ai polmoni, di vita, fatta di mare e montagna, pioggia e vento, ombre e luci, con improvvisi raggi di sole pronti a colpire ora un punto ora un altro, e allora si pensa al regista che muove questo immenso, inverosimile, scenario!


Dove al mondo cammini e incontri uomini, donne, bambini, ma insieme e nello stesso giorno, anche pinguini, foche, babbuini, talpe, tassi, antilopi, falchi, delfini, balene, tartarughe di terra e di mare, anatre in formazione, fiori carnosi e farfalle multicolori?


Dove al mondo cammini e ti senti così a Sud di tutto, così lontano e così altrove come non avresti mai immaginato? 

Dove al mondo se non a Cape Town o a Rio de Janeiro puoi sentirti tanto piccolo e tanto connesso, non con il web per una volta, ma con il mondo intero, con quell'oceano-mare che alza onde e muove correnti dentro ognuno di noi? Dove?