Non per battere sempre dove il dente duole ma per far capire ai miei lettori la verità delle "due Angola" che con questo blog tento di raccontare, voglio pubblicare la storia del Dia da Paz e da Reconciliacao em Angola.
Occorso il 4 di Aprile scorso, il giorno della pace, cosa bellissima da festeggiare, è stato anche un giorno di pioggia, non ancora di vera e propria pioggia tropicale come quella dei giorni immediatamente successivi e in particolare del 7 novembre.
L'acqua veniva giù a secchiate e subito si è intuita la gravità dei danni che stava provocando quando la principale arteria di collegamento con la città, la Samba, è stata chiusa per eccesso di fango.
Nonostante il mal tempo, sulla collina dove sorge la Fortaleza di Sao Miguel, ex Museo Nazionale di Storia Militare, è stato inaugurato in pompa magna il nuovo Bandeira-Monumento, un'asta di 75 metri di altezza e 25 tonnellate di peso, su una base di 2,5 metri di diametro per 200 metri cubi di cemento. La bandiera che vi sventola sopra, imponente e bellissima con i suoi colori nazionali, il rosso, il giallo e il nero, è lunga18 metri, larga 12 e pesa 40 chili.
E' tutto giusto, celebrare il clima di pace e riconciliazione nazionale, ed è affascinante questa bandiera che si scorge da ogni angolo della città ma, sempre per non dimenticare nell'ombra l'altra faccia della realtà, fa male guardarla sventolare dalle strade disastrate dalla pioggia dei quartieri poveri di Luanda.
Lì non sono passate delegazioni presidenziali nel dia da paz e non sono state issate bandiere, non si è a dire il vero neanche inviato autocarri a succhiare le migliaia di litri di acqua nera che hanno inondato le stradine fra le baracche.
In quel giorno e in quelli successivi, non per colpa del governo e non per colpa di qualcuno in particolare, sono morti 9 bambini e circa 15 persone risultano ancora disperse.
E' anche per loro, gente che muore per una pioggia tropicale, che continuo ad avere voglia di raccontare le due facce di una stessa medaglia.
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