La poliedrica Luanda non è fatta solo di pioggia e fango ma anche di arte e cultura.
Nel quadro delle sue iniziative artistiche l'Istituto culturale portoghese Camoes (Av. Portugal, 50 - Luanda), ha aperto ieri la mostra del pittore angolano di nascita, ma portoghese di discendenza, Ricardo Paula.
"Magias ou o azul do chào do céu" che si traduce più o meno con un "incantesimi o pavimento blu del cielo", questo il titolo della mostra di quadri che resterà aperta fino al 30 Aprile negli spazi espositivi dell'Istituto culturale portoghese.
Nelle sue opere, come figure che emergono dai sogno del mattino, quelli di cui rimangono sprazzi di immagini nella memoria, visioni sfumate, imprecise ma vivide nei loro colori, bambine, animali, paesaggi, donne, tutto si fonde in una nuvola di oro e celeste.
Designer di formazione, nato a Luanda nel 1964, di certo fuggito nel 1975 quando gli angolani hanno cacciato i portoghesi da secoli dominatori in Angola, Ricardo Paula è rimasto con la saudade della sua terra d'infanzia.
Questo spaesamento, questa frattura, emerge dalle sue tele dove le bambine hanno le treccine africane ma giocano con bambole europee, le cascate di Kalandula o le colline verdi e le piante tropicali trovano una nuova vita, così rivisitate dalla memoria e dalla nostalgia.
I verdi, i celesti, la foglia d'oro che illumina ogni sua tela lascia un senso di cose perdute e ritrovate, di memorie ricostruite, di storie passate "dagli occhi, alla testa, al cuore per finire nella mano" come lo stesso autore spiega raccontando da dove nasce la sua ispirazione.
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