venerdì 12 aprile 2013

MINE: Surviving the peace in Angola



Angola is the third Country in the world for mine contamination and its Moxico province is one of the most contaminated. In Angola is still too easy to see everyday a considerable amount of people without a leg or an arm, or in anyway wounded by the explosion of mine.
The International Mine Awareness Day, which took place on April 4, is an important reminder for Angola that the work of de-mining is active throughout the country, whether by NGO’s like MAG and Halo Trust and NPA and DCA or by the Angolan Military or the Angolan government, or private agencies.
Angola has also celebrated 11 years of peace. Long after the war is over, some weapons wait underground for years, a lurking threat. As one of the world’s most heavily land-mined countries, Angola still has over a decade of de-mining ahead of it. 
At the Viking Club, on Thursday April 11, the Angola Field Group,  presented a short film  “Surviving the Peace, Angola”, about an Angolan girl, Minga, who played with a landmine. The film gives a close-up look at de-mining in Moxico province and gives an idea of the tragedy caused by the mine explosions.

The presenter, Tony Fernandes, Technical Operations Manager/ Senior Manager in Country for MAG Angola, the NGO de-mining in Moxico province, told that the average number of wounded people by land mine is in Angola close to 1 million. 
So far the angolan province affected by the presence of mine are: Malanje, Benguela, Huambo, Biè, Moxico, Kuando Lubango.
Answering to a question on how much time is needed to definitely clean the fields from the mine in Angola, Tony Fernandes said he strongly belives that the more the governments, Ngos and private sector invest and spend money for the de-mining activity the faster the fields will be cleaned by the mines. 
MAG, Mines Advisory Group, is a British-based Non Governmental Organization based in Manchester, UK, founded in 1989 and has had de-mining operations in over 35 countries. source: Angola Field Group


giovedì 11 aprile 2013

ARTE: gli incantesimi di Ricardo Paula in una mostra a Luanda



La poliedrica Luanda non è fatta solo di pioggia e fango ma anche di arte e cultura.
Nel quadro delle sue iniziative artistiche l'Istituto culturale portoghese Camoes (Av. Portugal, 50 - Luanda), ha aperto ieri la mostra del pittore angolano di nascita, ma portoghese di discendenza, Ricardo Paula.

"Magias ou o azul do chào do céu" che si traduce più o meno con un "incantesimi o pavimento blu del cielo", questo il titolo della mostra di quadri che resterà aperta fino al 30 Aprile negli spazi espositivi dell'Istituto culturale portoghese.


Nelle sue opere, come figure che emergono dai sogno del mattino, quelli di cui rimangono sprazzi di immagini nella memoria, visioni sfumate, imprecise ma vivide nei loro colori, bambine, animali, paesaggi, donne, tutto si fonde in una nuvola di oro e celeste.

Designer di formazione, nato a Luanda nel 1964, di certo fuggito nel 1975 quando gli angolani hanno cacciato i portoghesi da secoli dominatori in Angola, Ricardo Paula è rimasto con la saudade della sua terra d'infanzia. 


Questo spaesamento, questa frattura, emerge dalle sue tele dove le bambine hanno le treccine africane ma giocano con bambole europee, le cascate di Kalandula o le colline verdi e le piante tropicali trovano una nuova vita, così rivisitate dalla memoria e dalla nostalgia. 

I verdi, i celesti, la foglia d'oro che illumina ogni sua tela lascia un senso di cose perdute e ritrovate, di memorie ricostruite, di storie passate "dagli occhi, alla testa, al cuore per finire nella mano" come lo stesso autore spiega raccontando da dove nasce la sua ispirazione.

martedì 9 aprile 2013

LUANDA: il Dia da Paz e da Chuva



Non per battere sempre dove il dente duole ma per far capire ai miei lettori la verità delle "due Angola" che con questo blog tento di raccontare, voglio pubblicare la storia del Dia da Paz e da Reconciliacao em Angola.

Occorso il 4 di Aprile scorso, il giorno della pace, cosa bellissima da festeggiare, è stato anche un giorno di pioggia, non ancora di vera e propria pioggia tropicale come quella dei giorni immediatamente successivi e in particolare del 7 novembre. 

L'acqua veniva giù a secchiate e subito si è intuita la gravità dei danni che stava provocando quando la principale arteria di collegamento con la città, la Samba, è stata chiusa per eccesso di fango.


Nonostante il mal tempo, sulla collina dove sorge la Fortaleza di Sao Miguel, ex Museo Nazionale di Storia Militare, è stato inaugurato in pompa magna il nuovo Bandeira-Monumento, un'asta di 75 metri di altezza e 25 tonnellate di peso, su una base di 2,5 metri di diametro per 200 metri cubi di cemento. La bandiera che vi sventola sopra, imponente e bellissima con i suoi colori nazionali, il rosso, il giallo e il nero, è lunga18 metri, larga 12 e pesa 40 chili. 

E' tutto giusto, celebrare il clima di pace e riconciliazione nazionale, ed è affascinante questa bandiera che si scorge da ogni angolo della città ma, sempre per non dimenticare nell'ombra l'altra faccia della realtà, fa male guardarla sventolare dalle strade disastrate dalla pioggia dei quartieri poveri di Luanda.


Lì non sono passate delegazioni presidenziali nel dia da paz e non sono state issate bandiere, non si è a dire il vero neanche inviato autocarri a succhiare le migliaia di litri di acqua nera che hanno inondato le stradine fra le baracche.


In quel giorno e in quelli successivi, non per colpa del governo e non per colpa di qualcuno in particolare, sono morti 9 bambini e circa 15 persone risultano ancora disperse.

E' anche per loro, gente che muore per una pioggia tropicale, che continuo ad avere voglia di raccontare le due facce di una stessa medaglia.