Conferenza su Luanda allo Cha de Caxinde |
Dieci anni di pace possono fare bene a un popolo ma non è detto che facciano bene a una città, almeno se la pace non la si accompagna con politiche concrete di sviluppo. Luanda, la città che i portoghesi hanno fondato 437 anni fa, la dove sorgeva già un villaggio di pescatori, è passata in meno di un decennio da avere 500.000 abitanti ad accoglierne 6 milioni, con tutte le conseguenze che una crescita di queste dimensioni comporta in termini di qualità della vita.
In pochi anni, la rete elettrica è diventata insufficiente, l'acqua non arriva che a una esigua quantità di cittadini, il sistema fognario è inesistente e il traffico sta risucchiando ogni volontà di agire, se ciò comporta uno spostamento.
I problemi di Luanda, quelli da risolvere se non si vuole il collasso, hanno un nome: acqua, energia elettrica, mobilità e sistema fognario. In questi 4 elementi sta la sfida del futuro per la capitale dell'Angola.
E' un grido di allarme e anche un invito a rimboccarsi le maniche quello che è partito, in occasione del compleanno di Luanda, dai lucidamente allarmati responsabili angolani della maggiore compagnia elettrica nazionale, di quella dell'acqua e dal responsabile del sistema dei trasporti, rispettivamente, Roy Tito, Carlos Ferreiro e Helder Presa.
Un uomo prende acqua piovana |
"Solo il 50 % della popolazione di Luanda riceve acqua corrente" spiega Roy Tito. "In questi ultimi anni è stato difficile - continua Tito - accompagnare la crescita delle infrastrutture al ritmo della crescita della popolazione".
In questo panorama la fornitura di acqua alla popolazione rappresenta una vera sfida. Luanda ha 6 milioni di abitanti e 2 grandi sistemi di fornitura dell'acqua, il sistema 1 dal Rio Bengo, che fornisce 60.000 mcubi di acqua ed è al limite della fornitura e il sistema 2 dal Rio Kuwanza, che fornisce 130.000 mcubi di acqua al giorno.
La distribuzione dell'acqua poi incontra una serie di problemi che vanno dalla mancanza di energia elettrica per il trattamento delle acque, alle carenze di infrastrutture antiche, ai rifornimenti clandestini lungo la linea di distribuzione, alle perdite della società Epal, fornitrice di acqua, che oggi su 6 milioni di abitanti conta solo 130.000 clienti effettivamente paganti.
La rete elettrica |
Per quanto riguarda l'energia elettrica "oggi a Luanda c'è un equilibrio precario fra domanda e offerta dovuta a un deficit nella produzione e ad avarie nella rete di distribuzione. Per vedere dei miglioramenti - afferma l'ingegnere elettrico Carlos Ferreira - occorrerà l'entrata in funzione della Centrale di Soyo nel 2014, ma solo nel 2017, con l'attivazione della Centrale di Lauca, la domanda risponderà all'offertà". Un quinquennio di buoi sembra attende ancora i cittadini angolani.
Nelle zone urbane di Luanda la compagnia elettrica Epal stima che la copertura sia del 100%, mentre nelle periferie resterebbe del 50%. La ragione, spiega Ferreiro, "non è nell'assenza di Investimenti, ma nella crescita rapida della popolazione".
Secondo i dati Epal, il numero di clienti per l'energia elettrica è passato da 75.000 nel 1975 a 150.000 nel 2002, fino a 450.000 nel 2012. I progetti futuri prevedono per l'alta tensione la creazione di altre substazioni e per la bassa tensione l'elettrificazione massiva. Ma ci vuole tempo e soldi, che non mancano.
Stessa situazione per quanto riguarda il traffico in città. Per Helder Presa due fenomeni si sono incontrati e hanno contribuito a rendere impossibile la mobilità "l'arrivo di miglia di emigranti fuggiti dalle campagne e la gestione inefficace e inefficiente del suolo urbano".
Un condongueiro |
Oggi in città girano senza regole 25.000 condongueiros, i van bianchi e blu condotti senza permessi, senza patente e senza rispetto di alcuna regola della strada. Priorità assoluta per Presa è oggi la creazione di un sistema di trasporto pubblico controllato ed efficace e sul fronte di quella che chiama "educazione", il miglioramento delle scuole di conduzione, l'educazione civica nelle scuole, il rispetto delle norme.
Mobilità, acqua, luce, sono le tre grandi sfide della Luanda di oggi, una città che cerca di cambiare con preoccupazione perché, se a crescere, insieme alle infrastrutture, non sarà anche una coscienza civica, nel rispetto delle norme e del prossimo, forse per questa capitale, non ci sarà futuro.
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