Wajenzi in lingua Swahili significa builders, costruttori, ma nel senso che oggi si da alla parola changemakers, coloro che fanno e che con il fare stanno cambiando le cose, stanno lasciando il loro piccolo o grande segno nel mondo.
Wajenzi è prima un’idea, poi un insieme di persone, i changemakers e infine un sito internet www.wajenzi.co che mette in rete chi le idee per fare le cose ce le ha, con chi quelle cose può aiutare a realizzarle. Da una parte i makers, dall'altra i supporters di vario genere: da chi lascia un like, a chi un commento, a chi un finanziamento, a chi lancia una partnership.
I Wajenzi nascono come un network di giovani appartenenti alla regione africana del Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. L’idea di base è di creare un movimento di changemakers transnazionale, che vada a toccare un’area più vasta, che va dal Nord al Sud del Kivu, dal Ruanda, al Burundi a tutta la RDC, in breve la ben nota e martoriata regione dei Grandi Laghi.
Non a caso in questa area geografica i Wajenzi si fanno chiamare Wajenzi Wa Amani, costruttori di pace, quella di cui ha bisogno questa generazione di giovani che “vogliono fare la differenza attraverso azioni quotidiane”. Quei giovani sono il motore, i drivers del cambiamento.
La piattaforma Wajenzi è fatta di volti, dietro i cui sguardi ci sono persone, dietro cui ci sono progetti, che vengono da idee legate alla loro vita, alla loro quotidianità. Il sito wajenzi, la piattaforma che sta creando e la campagna di comunicazione che c’è dietro servono, è spiegato “per supportare gli sforzi di quei giovani changemakers e per farli conoscere al mondo”.
Il sistema Wajenzi è basato su tre fasi molto semplici, tanto da sembrare l’uovo di Colombo, ma è da queste uova che possono nascere le galline dalle uova d’oro del futuro.
Il sistema Wajenzi è basato su tre fasi molto semplici, tanto da sembrare l’uovo di Colombo, ma è da queste uova che possono nascere le galline dalle uova d’oro del futuro.
La prima fase consiste nello scovare e nel convincere i giovani makers a condividere le loro idee e le loro iniziative. Per farlo Wajenzi ha lanciato un appello alle comunità locali: segnalate chi fra voi sta facendo!
Nella seconda fase i makers saranno segnalati alla piattaforma Wajenzi dove sarà realizzata una “call” e una pagina con la foto del maker e il suo progetto.
In questa fase è compito della piattaforma quello di diffondere sui media, sui canali social e verso una audience attenta e sensibile a questo tipo di iniziative, ogni nuovo Wajenzi che si aggiunge alla piattaforma.
Annualmente inoltre verrà realizzata una sorta di “Vivaio Award Africana” che premierà l’iniziativa più innovativa o interessante.
Da qui parte la terza fase. I Wajenzi che avranno ottenuto più voti e apprezzamento dal pubblico saranno messi in una “mobile phone network” che in certe regioni dell'Africa non è cosa scontata. All’interno di questa rete di contatti selezionati appositamente loro potranno descrivere il loro progetto, ricevere consigli e strumenti, scambiare opinioni e anche ottenere finanziamenti.
In quella rete di contatti, altrimenti irraggiungibile per un giovane maker di qualche remota regione del Kivu, c’è tutta la speranza di un futuro migliore. La filosofia che sta dietro alla piattaforma è che chiunque possa diventare un Wajenzi, purché abbia un'idea da realizzare, e che tutti possano fare da supporter, in un modo o nell'altro.
In quella rete di contatti, altrimenti irraggiungibile per un giovane maker di qualche remota regione del Kivu, c’è tutta la speranza di un futuro migliore. La filosofia che sta dietro alla piattaforma è che chiunque possa diventare un Wajenzi, purché abbia un'idea da realizzare, e che tutti possano fare da supporter, in un modo o nell'altro.