Foto di Eduardo Pedro - Albina Assis Africano alla Conferenza stampa di presentazione dell'Expò Angola a Luanda |
"E' meglio il funji di un hamburger" parola della Commissaria dell'Expò Angola che definisce Milano "la nostra porta sul mondo"
Le ultime settimane prima della partenza della delegazione angolana sono state frenetiche, con un team di persone che ininterrottamente si sono dedicate a prepararsi per questo importante evento. Giovani e meno giovani, riuniti nella sede temporanea dell'Expò Angola, gli spazi di un ex-convento delle Clarisse a Luanda, a due passi dalla nuova imponente Assemblea Nazionale, hanno dedicato tre ore al giorno allo studio dell'italiano e il resto del tempo a definire documenti, a mettere a punto l'agenda degli spettacoli che accompagneranno i sei mesi in Italia, a stampare presentazioni, a coordinare la logistica nell'invio di opere d'arte e artigianato locale e a impacchettare gadjet come piccole galinhas da mata di cartapesta o bustine di chà de caxinde, il salubre tè locale o cartoline che consentono, utilizzando uno smartphone, un viaggio virtuale nel padiglione Angola.
Non è stata meno attiva la commissaria dell'Expò Angola, Albina Assis Africano, che è anche la prima donna a presiedere la Commissione che riunirà i commissari di tutti i paesi presenti all'Expò di Milano.
Persona energica e spontaneamente simpatica, Albina, ex Ministro dell'economia, ci ha rilasciato un'intervista proprio poche ore prima di imbarcarsi per Milano, dove con l'entusiasmo di sempre, ha voluto raccontare cosa ha significato organizzare la partecipazione dell'Angola all'Expò.
Foto di Francesca Spinola - Galihans da mata in carta pesta pronte a partire per l'Italia |
1) Quando è iniziato il lavoro della Commissione Expò Angola
Foto di Francesca Spinola - Quadri da spedire in Italia |
Foto di Francesca Spinola - Opera d'arte pronta per andare in Italia |
Foto di Francesca Spinola - Cartolina per viaggio virtuale nel Padiglione Angola |
6) Il vostro tema centrale per l'Expò 2015 è: "Alimentazione e cultura: educare per innovare", ma educare chi? Gli europei, gli africani, tutti?