Oltre all'Africa delle guerre e degli interventi militari francesi, delle bombe contro i cristiani e delle carestie c'è un'Africa terra madre, selvaggia, vera, ricca di piante, molte endemiche, di animali, liberi come non se ne vedono più altrove, di cascate senza fine e di pura e semplice avventura.
Quest'Africa, quella bella, quella di cui ci si ammala, fatta di terra rossa e alberi secolari, di una ineguagliabile varietà di specie animali e di piante, oltre che di gente semplice e di colori, oggi stanno cercando di rimetterla insieme, in un modo che la renda fruibile a chi non ha avuto ancora la fortuna di incontrarla, cinque governi di cinque paesi confinanti, uniti dalla stessa voglia di conservare, famosi, chi più chi meno, per passate storie di guerre fratricide e non solo: Angola, Botswana, Namibia, Zambia e Zimbabwe.
Il loro sforzo congiunto ha dato vita nel 2006 alla Kavango Zambesi Trans Frontier Conservation Area, meglio conosciuta come KAZA TFCA. A sette anni dalla sua istituzione, quest'area, che si estende fra i confini dei cinque Paesi citati, lungo le rive dei fiumi Okavango e Zambesi, e che copre circa 520.000 chilometri quadrati, uno spazio pari al territorio francese, è diventata il più grande Parco protetto del mondo.
Il KAZA oggi è ancora poco conosciuto, per problemi di varia natura, da quelli organizzativi e logistici, agli infrastrutturali, politici, storici, basti pensare all'area angolana ancora in fase di sminamento, ma un domani, a ben guardare molto vicino, questo cuore d'Africa australe, sarà meta di grandi viaggi, proprio come ora lo sono Namibia e Sud Africa.
Basti pensare che questo enorme parco è culla della più grande popolazione di elefanti del continente africano. Paradiso degli amanti della natura, il KAZA contiene e nutre una grande varietà di specie. Oltre ai cosiddetti "big five", il leone, l'elefante, il bufalo, il rinoceronte e l'ippopotamo, sono di casa qui ghepardi, rinoceronti neri, licaoni, antilopi, avvoltoi, per non parlare delle 3000 diverse specie di piante, di cui 100 endemiche e delle circa 600 diverse specie di uccelli caratteristici dell'Africa meridionale fatta di foreste e zone umide.
Il bello del Kaza, visto non solo come un'enorme area transfrontaliera, ma come un esempio da seguire, è che da parco ha il potere di trasformarsi in sogno che si realizza, quello degli uomini che si uniscono invece di uccidersi, delle frontiere che vengono abbattute invece che costruite, degli ideali che vengono esaltati invece che calpestati e tutto in nome di qualcosa che non ha confini, proprio come il Kaza.