mercoledì 30 maggio 2012

Sopravvivere a Luanda

Se nella capitale più cara d'Africa vivono centinaia di migliaia di persone il cui reddito stimato è inferiore ai 300 dollari al mese, una domanda nasce spontanea: come fanno a sopravvivere?
La risposta è semplice e sotto gli occhi di tutti, anche di quegli espatriati che si lamentano per il costo eccessivo della vita in città. 
Se il nutrimento non lo si cerca in un barattolo di Nutella ma in un chilo di riso o di fuba, come la farina di manioca è chiamata in Angola, allora la salvezza la da il "mercato parallelo" o "informale".
Basta lasciare di poche centinaia di metri le vie principali che conducono a supermercati che, per prodotti offerti non hanno nulla da invidiare alla grande distribuzione europea, per ritrovarsi in immensi mercati all'aperto dove gli stessi prodotti esposti nei supermercati si trovano su tavolacci di legno o sopra teli stesi a terra.


Uno di questi mercati si chiama "Catin-to" e anche se il suono appare vagamente cinese di cineserie se ne trovano poche, ma di prodotti freschi e provenienti dalla "piazza locale" se ne trovano a dozzine.
Ananas, maracuja, meloni, angurie, manghi, arance, pomodori, verdure in foglia, cavoli, fagiolini provengono tutti dalle campagne angolane, hanno un magnifico aspetto e costano così poco che con i 10 dollari di un barattolo di Nutella di un supermercato in città ci si compra una carriola di frutta e verdura. 
Come Catin-to c'è il mercato di San Paolo, per stoffe e prodotti in scatola. Se invece si vuole comprare il pesce, che nei supermercati è vecchio e congelato e riscongelato più volte, oltre che costoso, c'è il mercato sulla Samba. Qui il pescato, sempre esposto a terra, è abbondante e fresco, appena scaricato dalle barchette dei pescatori.


In questi mercati, dove la gente di Luanda acquista giornalmente i prodotti per la sopravvivenza propria e delle proprie famiglie, di espatriati non se ne vedono, ma di gente che prova ogni giorno a sopravvivere con dignità se ne incontra a migliaia e con i loro sorrisi raccontano una città in tutto diversa da quella descritta da una certa stampa che di Luanda parla solo come "the most expensive city for expat".



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