venerdì 22 maggio 2015

Diamanti di sangue: il giornalista Rafael Marques ritira le sue accuse ai generali angolani

Copie del libro "Diamanti di Sangue" di Rafael Marques

Torna alla ribalta in Angola il problema dei "diamanti di sangue". A risollevarlo era stato nei giorni scorsi la notizia del rinvio del processo a carico di Rafael Marquez, giornalista angolano, colpevole di aver condotto fra il 2009 e il 2011 un'inchiesta sull'industria angolana dei diamanti che ha portato alla luce, attraverso testimonianze dirette, centinaia di crimini e violazioni dei diritti umani da parte delle società che si occupano dell'estrazione dei diamanti, alcune delle quali di proprietà di alcune personalità dell'esercito angolano. 

Il giornalista angolano Rafael Marques
Il processo più volte spostato su volere degli avvocati di entrambe le parti in vista di un possibile "accordo amichevole" ha avuto oggi una svolta.  Rafael Marques ha dichiarato in tribunale e riportato poi ai giornalisti della radio nazionale "di confermare quanto scritto nel libro relativamente alle violazioni dei diritti umani in quell'area e negli anni indicati ma di aver scoperto solo in seguito che i generali da me accusati non erano a conoscenza dei fatti riportati nel libro". E' da sottolineare che il giornalista rischia 9 anni di carcere per diffamazione.

Il giornalista alla domanda se intenderà ripubblicare il libro uscito ormai quattro anni fa ha risposto "no, non intendo ripubblicarlo ma andrò avanti con il mio lavoro di denuncia delle violazioni dei diritti umani".

I crimini legati all'estrazione dei diamanti sono riportati nel libro di Rafael Marques "Diamanti di sangue: corruzione e tortura in Angola" pubblicato in Portogallo nel 2011. L'opera è stata messa a disposizione del pubblico, gratuitamente su internet, lo scorso 24 Marzo dalla stessa responsabile della Casa editrice che lo ha pubblicato, Barbara Bulhosa, a capo delle edizioni Tinta da China. L'editrice ha scelto di farlo nel giorno in cui iniziava il processo a Rafael Marques in Angola "per appoggiarlo nella sua lotta", si legge in una nota diffusa dall'editrice.

Sia Marquez che la Bulhosa erano già stati portati in Tribunale, a Lisbona, con l'accusa di diffamazione avanzata dalla Società Mineraria di Cuango Ltda e da una società che si occupa della sicurezza delle miniere, la Teleservice. 
Nel febbraio del 2013 il Processo in Portogallo si è concluso con una vittoria dei due.  Il PM portoghese ha concluso che "la pubblicazione del libro rientra in un legittimo esercizio di un fondamentale diritto, costituzionalmente protetto, quello della libertà di informazione e di espressione". 


Quello di oggi è un accordo "extragiudiziale" fra le parti in causa in base al quale il giornalista ritira le sue accuse ai 9 generali citati nel libro. 

giovedì 14 maggio 2015

NU: fare luce sulla Setta della Luce e la misteriosa morte di poliziotti e civili a Huambo in Angola

Foto: Portalangop - Fedeli della Igeja da Luz sul Monte Sumè 

A chiedere chiarezza alle Nazioni Unite è il portavoce dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. La domanda è "cosa è successo veramente a Huambo lo scorso aprile durante il raduno di fedeli della Chiesa da Luz?". Il governo parla di uno scontro fra polizia e seguaci che ha portato alla morte di 9 poliziotti e 13 civili. La popolazione parla di più di 1000 morti. Ma facciamo un passo indietro.
Era il 17 aprile quando l’Agi, riprendendo una notizia dell’agenzia di stampa angolana Angop, riporta
l’uccisione in Angola, da parte dei membri di una setta religiosa, di 7 poliziotti.
La setta si chiama “Luz do Mundo” e il suo “profeta” e fondatore è un tale di nome Julino Kalupeteca, fuoriuscito dalla Chiesa Avventista del settimo giorno. Quest’ultimo, si legge nella stampa locale e riportano alcuni testimoni a Radio Mais, aveva annunciato ai suoi seguaci la fine del mondo e proposto loro di trasferirsi tutti sul Monte Sumé, nei pressi di Huambo, città dell’altopiano centrale dell’Angola, per prepararsi al grande evento.
Le testimonianze sono discordanti ma sembra che sul Monte si trovasse un vasto accampamento di persone, più di mille, tutte più o meno soggette alle prediche visionarie di Kalupeteca. La chiesa, che ha sedi nelle province centrali di Huambo, Bie', Benguela e Kwando Kubango era già stata chiusa lo scorso anno dal Governo angolano anche perché incitava i genitori a non mandare i figli a scuola. A Huambo, la setta stava infatti convincendo i ragazzi a non studiare.
Fonti governative nei giorni successivi all’accaduto hanno riferito che nel confronto fra polizia e seguaci della setta, sul Monte Sumè oltre a perdere la vita 9 poliziotti erano morti anche 13 civili.
A Huambo, dopo questi fatti, si sono recati alcuni politici angolani, in particolare alcuni rappresentanti dei pochi partiti all’opposizione, come il leader di Casa-Ce Civukuvuku. Dalle testimonianze raccolte risulta che le morti sarebbero state molte di più e se alcuni testimoni hanno parlato di un centinaio di morti, altri sono arrivati a contarne più di mille.
Il fatto di per sé è inquietante, soprattutto perché sull’argomento non si è più fatta chiarezza. I dati ufficiali rimangono quelli di 9 morti fra i poliziotti e 13 fra i civili.
Il rincorrersi di voci e testimonianze di un presunto massacro avvenuto sul Monte Sumè e della presenza di angolani ancora nascosti fra le grotte della montagna per paura di essere uccisi deve essere arrivato fino alle stanze delle Nazioni Unite dato che è di due giorni fa la richiesta, lanciata all’Onu da Rupert Colville, portavoce dell’ACNUDH, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, al governo angolano di “garantire una investigazione indipendente, pur essendo già partita un’inchiesta governativa, di quanto accaduto a Huambo”.
Il portavoce dell’Agenzia che si occupa di diritti umani ha riferito di “testimonianze allarmanti uscite nelle ultime settimane su un presunto massacro nella provincia di Huambo in Angola e poiché il numero delle vittime ancora non è stato chiarito, rimangono forti dubbi sull’accaduto”.
Dunque la richiesta al Governo angolano è quella di condurre un’indagine il più possibile “vera e rigorosa” sull’accaduto per sfatare dubbi su possibili “maniere forti” dell’esecutivo angolano di fronte a situazioni che riguardano la popolazione e che per varie ragioni sono sgradite al govern    

lunedì 11 maggio 2015

Doença desconhecida causa morte em Luanda





As mortes misteriosas de cerca de 20 crianças entre 9 e 12 anos ocorridas, dentro de uma semana, na área de Cacuaco, perto de Luanda, está semeando um sentimento de medo entre a população da capital angolana. (Portalangop)
Alguns pais de crianças que morreram entre o final de Abril e o início deste mês, entrevistados para a local Rádio Mais, relatam sintomas semelhantes aos da malária. Neste caso as crianças morreram em dois dias, alguns até mesmo como eles estavam sendo levados para o hospital.
Autoridades locais de saúde neste momento estão em silêncio. Os dados sobre 20 mortes referem ao período a partir do 30 de Abril atè o 5 de Maio. Infelizmente, não há outros números ou estatística publicados. Extra-oficialmente, como algumas testemunhas relataram, as emergências dos hospitais estariam gravando outros casos de mortes suspeitas e até agora inexplicável. Como relatado por uma testemunha de retorno de um centro médico na área de Catinton, em Luanda, tem outros meninos falecidos depois de eles ter acusado dor abdominal e febre.
Apesar de tudo isso, continua a ser um facto que o paludismo, de acordo com dados publicados neste 21 de Abril pelo Programa Nacional de Controlo da Malária, mata acerca de 16 pessoas por dia em todo o país.(Sicnoticias)

De acordo com dados divulgados desde o último relatório, o país registra 3.000.000 de casos de malária por ano em uma população aproximada, os dados sao do último Censo, de 24,3 milhões de pessoas, para um total de 6000 falecidos por ano.

Il mal di pancia killer di Luanda




La misteriosa morte di circa 20 bambini fra i 9 e i 12 anni avvenuta nel giro di una settimana nella zona di Cacuaco, poco lontano da Luanda, sta seminando un certo sentimento di paura fra la popolazione della capitale angolana.(Portalangop)
Alcuni genitori dei bambini deceduti fra fine aprile e i primi di questo mese, intervistati alla locale Radio Mais, riferiscono di sintomi simili a quelli della malaria. In questo caso però, i bambini, sono morti nel giro di due giorni, alcuni addirittura mentre venivano portati in ospedale.
Le autorità sanitarie locali per il momento non si pronunciano. I dati relativi alle 20 morti si riferiscono al periodo dal 30 aprile al 5 maggio. Purtroppo non sono stati pubblicati altri dati ufficiali. 
Ufficiosamente, secondo quanto riportano alcuni testimoni, le emergenze degli ospedali starebbero registrando altri casi di morti sospette e fino ad ora inspiegabili. I bambini, secondo quanto riporta una testimone di ritorno da un centro medico della zona di Catinton a Luanda, riferiscono di accusare dolori addominali e febbre. La morte sopraggiungerebbe in soli due o tre giorni.
Rimane un fatto che la ben nota malaria, considerata in Angola una emergenza nazionale, già di per se, secondo i dati pubblicati lo scorso 21 aprile dal Programma Nazionale di Controllo della Malaria, causa 16 morti al giorno in tutto il Paese. 
Secondo i dati diffusi dall’ultimo rapporto di questo ente (Sicnoticias), il Paese registra 3 milioni di casi di malaria l’anno su una popolazione approssimativa, dati dell’ultimo Censimento, di 24,3 milioni di abitanti, per un totale di circa 6000 morti da malaria l’anno. 


venerdì 8 maggio 2015

Angola: em Milão Expõ-e a beleza em Luanda Expõ-e o lixo




Enquanto em Milão a Angola brilha dentro dum pavilhão que conta as maravilhas do País, aqui na capital a disparidade entre uma parte rica e limpa de Luanda, aquela da Marginal e da Cidade Alta, e a parte pobre e empoeirada, o noroeste a partir do fim de Miramar indo na direção do bairro Sonangol, é algo que deixa sem palavras.


O que è que està acontecendo? Algum aqui esqueceu-se que existe uma vasta parte da população que vive numa lixeira a céu aberto? Montanhas de lixo estão se acumulando desde o início de 2015, cada vez mais raramente são avistados os camiões de recolha do lixo.

Os moradores naquele lado da cidade explicam que há um problema com a recolha do lixo devido mesmo as empresas que se ocupam disto com o governo de Luanda. Parece que o governo não está pagando devidamente por seus serviços. Por outro lado, parece que o governo não está pagando porque as empresas não estão fazendo a coleção do lixo como deve ser feito.


Seja qual for a razão, milhares de pessoas em Luanda estão vivendo em condições higiênicas extremamente perigosos para a saúde. Apesar de tudo a vida continua nesses bairros,mais uma chamada de atenção è pelo menos justa!