mercoledì 5 giugno 2013

Luanda fra cronaca nera e quartieri rasi al suolo

Uno dei quartieri rasi al suolo a Luanda

Mentre in Italia l'Angola vince il Leone d'Oro e si gode una inattesa ribalta internazionale, a Luanda tira una strana aria.

La direttrice di una Banca è stata trovata fatta a pezzi. Tre poliziotti sono stati ammazzati da ignoti dopo l'uccisione di due simpatizzanti di un partito all'opposizione. Intere aree delle baraccopoli incastonate nel centro città sono state rase al suolo e le popolazioni che le abitavano si sono volatilizzate. Tutto questo solo nel corso delle ultime 72 ore. 

Quest'ultimo fenomeno in particolare qui lo chiamano "riqualificazione della città di Luanda", espressione che si può anche declinare in "radere al suolo e deportare".  


Camion portano via gli abitanti dei quartieri abbattuti
Nella sola notte fra sabato e domenica sono stati abbattuti gli agglomerati urbani di Kilombo, Flamingo e Area Branca, di fronte al mare, nei pressi di Chicala, poco sotto la Fortaleza di Sao Miguel e a pochi passi dalla nuova  Assemblea Nazionale, costruita in tempi di record e in tutto simile alla Basilica di San Pietro a Roma e l'area chiamata Petrangol, nel Municipio di Sambizanga.
Ruspe al lavoro nel bairro branco



Le ruspe gialle sono ancora lì, sulle macerie di baracche, case in pietra, negozi, magazzini, chiesette e scuole di fortuna. 

Fino a poche ore fa quelle aree pullulavano di gente, donne sedute in terra con la loro mercanzia, bambini, venditori ambulanti e di tutti i colori e gli odori della vita. 




Ora ci sono solo montagne di detriti e rifiuti,  camionette della polizia,  gruppi sparsi di persone sedute su piccoli monti di oggetti personali, un materasso, quattro sedie, due taniche gialle, pochi stracci. Ma dove sono andati tutti?



Piccoli gruppi di persone con le loro cose attendono di andare via

"Li hanno portati via" mi dice Zè. Lo incontro davanti a questa desolazione. Trasporta un piccolo trolley nero poco convinto, non sa bene dove andare ora che gli hanno abbattuto la baracca.


Un giovane con i suoi averi in una valigia lascia il bairro Kilombo
"Sono a Zango", mi dicono due ragazze, anche loro passano di lì poco convinte. Zango, che poi non è solo Zango perché c'è Zango 0, Zango Um, Zango Dois, e via fino a Zango 5 o 6, è una delle nuove centralidade, le città satellite, fatte costruire dal governo ai cinesi in  cambio di petrolio.

Per alcuni è la manna dal cielo, dicono i funzionari statali, ma per altri, è solo disperazione, viva, sotto gli occhi di tutti anche se radio e giornali di questi giorni non ne fanno parola. 

Il governo assegna appartamenti a chi viveva nelle baracche. Questo in teoria. Nella pratica molti restano senza niente. "Ci mandano a 30 chilometri dalla città, ma noi siamo pescatori" mi dice un uomo. Qui vivevano tutti di pesca e ora non sanno più cosa fare. 

Luanda - Bairro Petrangol raso al suolo nel fine settimana
Domando se le case siano state già assegnate. Con una alzata di spalle due ragazzi intenti a tirar fuori pezzi di ferro da una montagna di detriti nell'ex barrio Patrangol mi dicono che se non danno case danno tende. Profughi. Nomadi. 

Lontani dagli occhi e lontani dal cuore. Sarà una coincidenza se anche il bairro Petrangol è  vicino a un quartiere "bene" della città, Miramar, dove sono le ambasciate, alcune delle dimore presidenziali e dove la vista è spettacolare, tranne, fino a poche ore fa, per quel profilo di baracche che si stagaliava sul tramonto, dall'alto della collina fino giù, al vecchio porto di Luanda.


L'ex area Petrangol ora abbattuta
Non è un bello spettacolo e la domanda su dove sia finito più di qualche migliaio di persone è ancora senza una risposta adeguata. 



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