giovedì 14 febbraio 2013

L'ipocrita indignazione

Luanda: una donna cammina nel fango a Mota dopo due ore di pioggia

Ancora una volta l'Africa si fa riconoscere per la violenza efferata che è in grado di sviluppare.

Un video di due donne picchiate per aver rubato, forse, una bottiglia di champagne in un supermercato di Luanda, fa il giro del mondo e d'un tratto ci si indigna, ci si ricorda dell'Africa. Video delle due donne aggredite

"Cada um reconhece a sua Africa" scriveva Pepetela, autore angolano, bianco, nel 2009, parlando della sua terra, l'Angola.

Cada um vuole vedere solo quello che più si adatta ai suoi occhi. L'Africa violenta, tribale, arretrata, terra da educare e depredare. L'Africa minorenne, sregolata, incapace di rispetto, di civismo, bestiale, animale, cattiva. L'Africa da tenere lontana dagli occhi ma vicina alle tasche.

L'Africa che fa indignare è una terra complessa dove non si vive, si sopravvive. Una terra che trasuda vergogna, quella di chi l'ha sfruttata prima, i bianchi e di chi la sfrutta adesso, i neri. Quelli dell'elite, quelli potenti, quelli che hanno in mano i soldi e il potere. Quelli che in coro con gli europei si indignano quando due donne sono picchiate, brutalmente e ciecamente.

Così dalla Radio Nacional de Angola si sentono commenti di deputati, ministri, professori locali che dicono "dovremmo prevedere nel bilancio dello stato fondi per la salute mentale degli angolani". E via cori di applausi ai Ministri, "bravi". "Croissant al popolo" diceva qualcuno nella vecchia Europa. "Psicologi per il popolo", dice qualcuno nella nuova Angola. 

E mentre gli esperti si domandano alla radio come risolvere il problema della violenza a Luanda, il "mata bicho" è l'unica preoccupazione di migliaia e migliaia di persone che prima dell'indignazione, del rispetto, della civile convivenza, devono pensare a "matare il bicho", a uccidere il mostro della fame. E' così che qui si chiama la colazione del mattino, è tipica l'espressione "hoje sou sim mata bicho". Oggi non ho ancora mangiato. 

A pancia vuota si diventa cattivi. Quando fuori piove due ore e nel barrio si finisce nel fango, si diventa cattivi. Quando la città prende forme diverse, si allarga in nuove piazze, si alza in ennesimi grattacieli, si colora di luce ma nel tuo barrio, il fango ti affoga, la luce "falta", il lavoro non c'è, la fame è un bicho da matare, una bottiglia di champagne, presa per gioco fra le mani, come si farebbe con un oggetto marziano, diventa una buona ragione per "spancare" per picchiare con la forza della rabbia cieca, con la forza dello stomaco "vazio", vuoto.  

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